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Estratti della prefazione
del Dr Jacques Vigne, psichiatra, scrittore specialista dell’India
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Come cita l’autore nella sua dedica, il concetto di relazione guru-discepolo è associato da secoli a criteri etici precisi, rigorosi e chiaramente documentati. 

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Qui, al contrario, l’autore fornisce una testimonianza diretta. A soli16 anni partì per il suo primo viaggio in India nel 1970 e da allora vi soggiornò ogni anno per sei mesi, soprattutto nella città più importante dell’induismo, Tiruvannâmalai, con la sua montagna sacra, il suo grande tempio a Shiva del XV-XVI secolo e in particolare l’ashram del saggio Ramana Maharshi (1879-1950), prima di stabilirvisi nel 1978. Fin dalla tenera età, fu profondamente colpito dall’alto ideale del guru trasmesso dal saggio Shankarâchârya nell’VIII secolo, come citato nella dedica di questo libro. Infine, nel 1980 si unì ad Amma la quale, cinque anni dopo, lo rimandò in Europa come suo rappresentante al fine di divulgare la sua immagine. Rimase al suo servizio per quattordici anni, cinque dei quali a stretto contatto con lei all’ashram di Vallickavu, come interprete regolare durante i suoi tour europei, o oppure a distanza in Europa per trasmettere, fondare e sviluppare il suo movimento.

Jacques si dedicò allo studio delle lingue dell’India. Studiò il sanscrito per comprendere l’etimologia dei termini dei testi fondativi dell’induismo e acquisì anche una buona conoscenza operativa del tamil. Apprese il malayalam, una lingua difficile che pochissimi devoti occidentali, anche quelli che sono stati con lei per molto tempo, possono capire e parlare correntemente. Parlava inoltre alcune lingue europee, e questo gli permise di essere l’interprete di A. in Europa. Con la sua posizione privilegiata nella prima cerchia dei discepoli, egli, non solo era a conoscenza dei discorsi ufficiali, ma anche di quanto si diceva dietro le quinte, era dunque in grado di comprendere gli affari interni del suo ex maestro e della sua organizzazione. È questo scollamento tra i due discorsi che rende molto interessante e utile in questa testimonianza. Questo è un eye-opener, come si dice in inglese, una rivelazione.

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Il suo libro è ricco di testimonianze di qualità, incriminazioni e prove di gravi eccessi e deviazioni etiche riguardanti il comportamento del suo ex maestro e la gestione degli affari della sua organizzazione. Leggendolo, ci si rende conto della dissociazione tra la facciata e la realtà, si scopre come la menzogna faccia parte di una realtà parallela. In alcuni casi, quest’ultimo può essere perfino quantificato, come ha fatto l’autore, analizzando e dissezionando rigorosamente la dichiarazione dei redditi esteri pubblicata sul sito web del Ministero degli Affari Interni indiano. Per nostra fortuna, conoscendo perfettamente l’argomento, egli lo tratta al pari di un giornalista investigativo. Ascoltare attentamente la sua testimonianza, che fa luce su questioni fondamentali, potrebbe far risparmiare molto tempo a molte persone.

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Uno degli elementi più preziosi del libro è la rilettura della biografia ufficiale. Il punto di vista dell’autore e la conoscenza acquisita all’interno di quell’ambiente, permettono di sfatare il discorso ufficiale e di esporre la realtà della persona, il suo cammino e delle sue conquiste. Come Gail Tredwell aveva già rivelato nel suo libro, Jacques a sua volta rivela dalla sua prospettiva il funzionamento, le tendenze e i pensieri intimi del loro ex maestro.

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L’autore guida il lettore alla scoperta graduale delle varie disfunzioni ed eccessi del suo ex maestro e dell’organizzazione. La sua esperienza e indagine diretta copre un’intera gamma di temi: lignaggio spirituale, realizzazione e formazione, megalomania e manipolazione, isterismi e scompensi psicotici, sessualità e avidità, culto della personalità, miracoli e profezie, infantilizzazione e violenza, fabbricazioni mediatiche e informazioni contradditorie,  finanze e beneficenza, controllo imprenditoriale dell’istruzione e della salute e offre  varie testimonianze e resoconti chiave, costruzione del mito e realtà, plagio e autenticità innovativa, emancipazione delle donne e sostegno al patriarcato, politica e poteri, celebrità e tradizioni. 

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Ciò che dà peso anche a questo lavoro è il numero di collegamenti internet direttamente accessibili che supportano l’analisi dell’autore: quasi in ogni pagina, il lettore potrà iniziare la propria ricerca sugli argomenti che lo interessano o sui quali avrà dei dubbi – particolarmente utile nella versione elettronica del libro. Il lettore formerà quindi la sua opinione sulla base di questa testimonianza e di questo lavoro analitico.

Dopo la sua personale testimonianza e la sua indagine, nella seconda parte dell’opera, l’autore ci fornisce i mezzi per comprendere i criteri dell’autentico maestro spirituale, il vero significato del rapporto guru-discepolo e, se necessario, gli elementi per diventare autonomo con il minimo smarrimento. Egli insiste nel mettere in prospettiva la relazione guru-discepolo e il significato del Dharma nel quadro della tradizione classica con le fonti sanscrite. Questo ci consente di rimanere radicati su solide fondamenta interiori e conduce il dibattito oltre la critica degli eccessi di fatto localizzati di una persona o di un determinato gruppo.

In particolare, vi consiglio di leggere attentamente le ultime pagine di questa seconda parte. Sviluppa quella che potremmo chiamare la psicologia della deconversione, cioè come ritrovare sé stessi e rendersi autonomi da un credo, una religione, un gruppo o un maestro che si segue da tempo.

Il suo lavoro non è solo una testimonianza preziosa e autentica, ma anche una guida o addirittura un manuale che permette di orientarsi e di tornare sui nostri passi in una situazione di implicazione spirituale, sociale e personale spesso complessa da cogliere e da districare. Coloro che temono le ripercussioni di un coming-out potranno consolarsi con queste parole del Mahatma Gandhi: “Dì la verità: all’inizio sarai solo, poi la maggior parte ti seguirà!” Come dice questa citazione del 17° secolo: “Puoi ingannare poche persone, o ingannare tutti in certi luoghi e in determinati momenti, ma non tutti, ovunque, sempre!”.

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